Ventaglio Casinò di Sanremo

Ventaglio Casinò di Sanremo

Per il mese di febbraio 2024, il Museo Mangini Bonomi vuole celebrare – a suo modo – il Festival di Sanremo. Per quale motivo?
Perché nella vasta collezione di Emilio Carlo Mangini, grande estimatore della città della Riviera Ligure di Ponente, dove con la moglie si era costruito una villa, è presente anche questo ventaglio per signora in acciaio, celluloide, ottone e stoffa, del Casinò di Sanremo, dove nacque il celebre Festival della canzone italiana, seguito in tutto il mondo.

Sanremo divenne sede della prima fra le quattro case da gioco oggi esistenti in Italia nel 1905, quando la città rilevò dalla Prefettura la licenza rimessa dalla francese Société Foncière Lyonnaise, che aveva realizzato a questo scopo negli anni 1883-1884 la Villa La Sultana nella vicina Ospedaletti (oggi in abbandono e “luogo del cuore” FAI), che viene ricordata quindi come la prima casa da gioco italiana.

Fu un teatro dove si organizzavano feste, ricevimenti, spettacoli e concerti e dove, gestito come Circolo privato, si potevano praticare i “Grandi e Piccoli Giochi”.

Ratificata con R.D. 22 dicembre 1927 l’apertura annuale del Casinò di Sanremo in cui poter praticare il gioco d’azzardo in deroga alla normativa vigente, il Casinò aprì ufficialmente i battenti il 21 gennaio 1928 con una serata di gala inaugurale, alla quale possiamo far risalire il ventaglio di cui stiamo trattando. Ampliato il palazzo liberty (progettato a inizio Novecento dall’architetto francese Eugène Ferret), realizzate le due false cupole laterali, allestito il Salone delle Feste in stile tardo cinquecentesco, il Casinò si aprì a numerose attività collaterali tanto da divenire punto di riferimento anche per la cultura e lo spettacolo, avvalendosi di consulenti del calibro di Pietro Mascagni, Luigi Pirandello (con l’attrice e musa ispiratrice Marta Abba), Francesco Pastonchi (ideatore dei “Lunedì Letterari”) e accogliendo tornei di scacchi, rassegne di teatro, operetta ed opera, nonché pomeriggi danzanti o dedicati alla musica classica.

Fu nel Salone delle Feste che il gestore della casa da gioco Luigi De Santis, napoletano, supportato dal grande Raffaele Viviani, insieme con Ernesto Murolo e il musicista Ernesto Tagliaferri organizzò una kermesse natalizia della canzone napoletana nei giorni 24 dicembre 1931 – 1° gennaio 1932 dal titolo “Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”, evento senza gare, che ebbe un enorme successo.

Dopo la guerra, l’idea di riprendere un festival di canzoni, questa volta italiane, maturò a Viareggio, dove si tennero due edizioni, negli anni 1948 e 1949, per finire in crisi per mancanza di fondi. Il concessionario del Casinò di Sanremo Pier Bussetti, in vacanza in Versilia, colse la palla al balzo e, elaborato un progetto concreto, riportò l’iniziativa a Sanremo, intuendo di dare in tal modo slancio alle attività turistiche e commerciali locali nella stagione morta invernale. Il primo Festival della Canzone Italiana si svolse quindi il 29 gennaio 1951 e venne trasmesso alla radio, Ideato da Amilcare Rambardi (giovane floricoltore locale), dal torinese Angelo Nizza e dal napoletano Mario Sogliano. Fu una competizione tra venti canzoni e solamente quattro interpreti, tutti presentati dall’orchestra di Cinico Angelini: Nilla Pizzi, che trionfò con “Grazie dei fiori”, Achille Togliani e il Duo Fasano. Sembra che il saluto del presentatore Nunzio Filogamo “Cari amici vicini e lontani” fosse, in realtà, un richiamo all’attenzione per i commensali, perché la prima edizione del Festival di Sanremo venne inserita nell’ambito dell’elegante cena. Il Casinò fu la sede del Festival della Canzone Italiana ininterrottamente dal 1951 al 1976; nel 1977 il Festival si spostò al Teatro Ariston, che ancora lo accoglie tutti gli anni.

Il Visitatore potrà ammirare il piccolo ventaglio rigido blu e oro, con la scritta CASINO MUNICIPALE SANREMO «APERTO TUTTO L’ANNO» al primo piano della Casa Museo, sala A, vetrina 2, sul penultimo ripiano in alto a destra, fra gli altri – ben più grandi – ventagli della collezione.

La Direzione.