“Caro Babbo Natale, quest’anno sono stato molto buono…”, iniziava sempre così la letterina colma di speranza a cui ogni bambino, nel mese di dicembre, affidava i propri desideri. Chissà se nell’era del digitale i bimbi scrivono ancora la letterina. Vogliamo pensarlo, perché era un rituale che contribuiva ad insegnare il valore dell’attesa e del dono.
All’interno delle vaste collezioni del Museo Mangini Bonomi sono conservati moltissimi giochi e giocattoli per bambini, che, per loro natura, posso essere stati protagonisti delle festività natalizie. Questo patrimonio ci trasmette – ancora oggi – ricordi, valori e identità, essendo una profonda e intima testimonianza di cultura e tradizione.
Su questo tema, come anticipato a novembre, proponiamo un breve itinerario tra le nostre sale, che i visitatori potranno percorrere anche senza guida, scoprendo da soli alcuni oggetti grazie a queste nostre semplici indicazioni.
Piano sotterraneo
Nel corridoio (tra armeria e sala 1), troviamo due bei cavallini ottocenteschi: uno in cartone pressato dipinto con quattro piccole ruote in ferro (inv. 738); l’altro, invece, è un cavallo da giostra francese in legno dipinto con fregi in ottone, occhi in vetro, staffe metalliche e cinghia in cuoio (inv. 2802). Chi non è mai salito su un cavallo da giostra da bambino! Specialmente durante una bella passeggiata tra le vie dei centri cittadini durante le vacanze di Natale!
Primo piano
Nella sala A, troviamo uno dei simboli del Museo: il celebre cavallino da giostra (inv. 281) in legno scolpito e verniciato, con occhi in vetro e la coda in crine. Sul petto e lungo il dorso sono presenti un medaglione e delle guarnizioni in ottone sbalzato con sei pietre vitree incastonate.
Nella vetrina 4, nel secondo ripiano (dal basso), si trovano esposti numerosi giocattoli: uno yo-yo francese settecentesco (inv. 3438), una corda per saltare (inv. 2567) e tre trottole in legno tornito e sagomato con un puntale in ferro (invv. 359, 859, I-II): oggetti semplici che hanno assicurato il divertimento dei bimbi in tutte le epoche!
Nello stesso ripiano, tra i quattro caleidoscopi, è presente un gioco per le biglie: una struttura in legno dipinto con una figura femminile stilizzata e un piano circolare contenente una pista con delle buche numerate, al cui interno vanno inserite abilmente cinque biglie (inv. 1187).
Accanto sono disposti quattro bilbouquet, una tipologia di gioco composto da una palla forata in legno, al centro della quale è fissata una cordicella, legata ad un bastoncino terminante da una parte con una punta e dall’altra con un piattello concavo. Questo gioco, che ebbe grande fortuna in Francia tra il XVI e il XIX secolo, ha lo scopo di far saltare la palla, ricevendola poi o sulla punta che si incastra nel foro della palla o sul piattello. Tra i nostri esemplari due sono ottocenteschi (invv. 877 e 896), uno è settecentesco (inv. 3473). Si noti che un altro è in avorio inciso (inv. 2150).
Nel ripiano sottostante è esposto un pallottoliere, o abaco in legno, utilizzato dai ragazzini per imparare a contare (inv. 3452).
Nel secondo ripiano (dal basso) della vetrina 3, insieme alle lanterne magiche e alle marionette, sono presenti due cavallini siciliani settecenteschi in legno laccato di color nero, con orecchie e sella in lamiera di ferro (inv. 709) e un automa a forma di bull-dog in carta pressata ricoperta di velluto e con gli occhi vitrei (inv. 703) che, con un particolare ingranaggio, può muovere la testa e abbaiare. Sullo stesso ripiano è esposta anche una borsa francese in latta verniciata in verde chiaro con impresse due litografie. Questo oggetto, molto curioso e insolito, è un contenitore per farfalle (inv. 2822): chissà quanta meraviglia e stupore avrà suscitato nei piccoli spettatori!
Come accade ancora oggi, dopo gli abbondanti pasti natalizi, molte famiglie si ritrovavano a condividere sorrisi, divertimento e affetto con dei giochi (generalmente da tavolo) che coinvolgevano tutti: dai più grandi ai più piccini! Pertanto, segnaliamo nell’ultimo ripiano (dal basso, della vetrina 3) due esemplari di un gioco ad estrazione, detto Lot du Dauphin (lotto del Delfino): anticipatore della moderna tombola. La paternità del gioco si deve al mobiliere François Vaugeois per far divertire il Delfino di Francia, Luigi XVII, figlio di Luigi XVI. Questo gioco ebbe molta fortuna sia tra l’aristocrazia francese alla corte di Versailles, che dopo la Restaurazione, fino all’inizio del Novecento. I due esemplari esposti nel Museo furono realizzati in Francia nel Settecento e sono composti da scatole contenenti caselle numerate, bastoncini colorati, fiches e pedine a forma di delfino e mongolfiera (in bronzo dorato e cesellato quelle dell’inv. 914; in avorio, osso e legno quelle dell’inv. 2431). Chissà se il Delfino di Francia ha mai esclamato “ambo!” al primo turno o “tombola!” prima di tutti!
Infine, nella sala C, nel lato destro del mobile metallico, sono presenti otto diverse tipologie del celebre jeu de l’oie (gioco dell’oca). Si tratta di un gioco particolarmente educativo, forse inventato a Firenze a fine Cinquecento, che ottenne, fin da subito, un grande riscontro in tutta Europa: si dice che Francesco I de’ Medici ne avesse regalato una copia a Filippo II di Spagna. L’obiettivo finale del gioco è quello di percorrere tutte le caselle per arrivare per primi nell’ultimo riquadro, dopo aver evitato tutte le trappole del labirinto. Gli esemplari del nostro Museo sono francesi e italiani, alcuni disegnati ad acquarello, altri realizzati a stampa tra il Seicento e l’inizio del Novecento (invv. 1310, 1308, 1306, 1307, 1271, 1309, 1305 e 1304).
Concludiamo questo itinerario, avvertendo che il Museo sarà aperto fino a lunedì 23 dicembre, per riprendere le attività sabato 4 e poi da martedì 7 gennaio 2025
Vi aspettiamo e vi inviamo i nostri più calorosi e sinceri auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo!
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