ritratto scultoreo emilio e lapide FondazioneIl nostro Museo è una fondazione che, costituita 40 anni fa da Emilio Carlo Mangini d’intesa col figlio Giuseppe, subito ebbe la natura di Casa-Museo, anche se allora il termine non era diffuso. Il progetto di Emilio, allora settantatreenne, era chiaro: dopo i decenni passati nella ricerca e acquisto del primo migliaio di oggetti, aveva cercato una casa adeguata, nella quale vivere ed esporre la sua raccolta. Il figlio individuò la bella casa di via dell’Ambrosiana 20, proprio nel cuore della Milano storica, che rapidamente venne acquistata con atto del 15 febbraio 1978.  Dopo un paio d’anni di lavori di adeguamento, i due Mangini vi si trasferirono, abitando i piani alti e già adibendo le due belle sale ora A e B del primo piano all’esposizione degli oggetti, che con orgoglio mostravano ad ospiti ed amici, maturando, insieme, sempre più l’idea di garantirne in futuro il pubblico godimento.
Sig. Emilio Mangini e GiuseppeQuesto intento fu formalizzato, appunto, il 27 febbraio 1985 con la costituzione della Fondazione, col fine di mettere le collezioni «a disposizione di studiosi e cultori delle discipline artistiche, storiche ed etnologiche promuovendo altresì gli studi e le ricerche inerenti a tali materie», come recita l’atto costitutivo, che confermava la sede della Fondazione nella casa di via dell’Ambrosiana e sanciva ad essa il dono da parte di Emilio dei suoi primi 1343 oggetti, che nei decenni successivi sia lui, sia il figlio (morto precocemente nel 1988), arricchirono fino ai 3692 del 2003, anno in cui Emilio morì.
Eletta la Fondazione a proprio erede, Emilio Mangini aveva quindi garantìto alla sua creatura vita al di là della propria:  la Fondazione ha dato  continuità di apertura al Museo (fino alle attuali 19 ore settimanali), ha ottenuto il riconoscimento regionale di “raccolta museale” nel 2007 e lo ha fatto conoscere negli anni sulla stampa e con la partecipazione a molteplici iniziative cittadine, fino ad ora, quando è impegnata nella digitalizzazione delle collezioni, nella realizzazione di moderni strumenti di visita e nella sua promozione e valorizzazione nel sempre più sconfinato mondo del web.

foto studio EmilioPer  la giornata dell’anniversario, GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO, abbiamo elaborato per i nostri visitatori uno speciale itinerario,  diverso dai soliti percorsi di visita fra le sale arredate della dimora o fra gli oggetti eccezionali, rari e curiosi delle collezioni.  L’invito ai visitatori è quello di concentrarsi sulla figura di Emilio Carlo Mangini dalla cui passione e determinazione nacque la casa museo e per questo li accompagneremo ad osservare pochi oggetti ai piani terreno, interrato e primo, per farli soffermare soprattutto nello studio-biblioteca del secondo piano. Certo la sua casa tutta e la sua raccolta tanto dicono di lui, ma riteniamo che sia interessante anche scoprire documenti più semplici della sua vita quotidiana, che aiutano a comprendere il carattere e la personalità dell’uomo  ed anche a suggerire possibili chiavi di lettura del suo progetto di collezionista.
Per questo abbiamo preparato un’apposita locandina, che dettagli le opere che sono concrete testimoni della sua vita quotidiana, affetti e passioni. Milanese di nascita e di temperamento, pur se figlio della piemontese Gemma Bonomi e del napoletano Giuseppe Arturo, nel 1944 sposò Angela Sironi (1912-1964), coetanea di ottima e agiata famiglia, nipote della celebre ballerina Irene Sironi.
Ebbe altre passioni, anche queste vissute intensamente: la scrittura, di apprezzate commedie scherzose in dialetto, e la velocità e lo sport, praticati con automobili di lusso (comprò l’ultima sua Porsche – la dodicesima – a novant’anni!), con motoscafi e con la racchetta da tennis.

foto locandine commedieQuesto stesso itinerario verrà proposto in tutti i giorni 27 dell’anno in corso, quando il Museo sia aperto al pubblico.
L’approfondimento di marzo 2025 sarà dedicato allo specifico percorso elaborato per l’occasione, che, oltre al ritratto bronzeo di Emilio sito nel loggiato di ingresso, comprende:

  • ritratti e fotografie di Emilio, del figlio, della moglie,
  • resti materiali, fotografie, articoli e coppe delle sue barche e automobili,
  • oggetti e un’insegna delle sue attività imprenditoriali,
  • pannelli/mosaici di ricordi, fotografie, onorificenze, biglietti di auguri con bozzetti, motti, caricature e il logo del Museo (da lui ideato),
  • opere d’arte e di pregio particolari, nelle quali Emilio forse si riconosceva,
  • manifesti delle sue opere teatrali.

La Direzione