La seconda domenica di maggio in molti paesi del mondo (dalla Svizzera agli Stati Uniti, dall’Australia all’India, dal Kenya al Venezuela) si celebra una ricorrenza civile molto sentita, la Festa della mamma. Anche l’Italia è nel novero di queste nazioni e, nel 2024, tale festività cade la domenica 12 maggio.
Le vaste collezioni del Museo Mangini Bonomi includono una varietà di oggetti utilizzati dalle donne per esaltare la propria femminilità o associati alla maternità, al parto, all’allattamento e alla cura del bambino: beni come tiralatte, biberon, paraseno, una tazza da puerpera, girelli, culle. Per festeggiare un evento così diffuso in questo mese di maggio 2024, il Museo propone un manufatto normalmente visibile al piano seminterrato dell’edificio, nella stanza 1, la seggetta da parto.
Si tratta di una sedia da parto pieghevole, per consentirne il trasporto, formata da due assi di legno d’abete tenute assieme da quattro perni in ferro (due per lato). Sin dall’antichità, in Egitto e in Grecia le donne partorivano inginocchiate, ed erano aiutate a mantenere l’equilibrio da pietre bucate alle quali verosimilmente si aggrappavano con le mani; in alternativa, si sedevano in grembo alla levatrice, creando in tal modo un legame emotivo tra la partoriente e colei che la assisteva, fortificando altresì le relazioni nella comunità femminile. Le sedie da parto, che servivano da ausilio alla nascita e venivano associate a un’idea del partorire come fattore naturale e socialmente condiviso, sono un’evoluzione delle pietre forate. Le prime seggette permettevano alla partoriente di tenere i piedi a terra; spesso erano pieghevoli, per far sì che le levatrici si muovessero liberamente di casa in casa e instaurassero rapporti con più donne. Diffuse in tutta Europa, soprattutto in quella del nord, a partire dal Settecento, con l’introduzione della figura maschile del medico accanto a quella dell’ostetrica, le sedie da parto divennero progressivamente più alte e inclusero sia uno schienale inclinato, sia i poggiapiedi, diventando così una sorta di prototipo di quello che sarà il lettino ginecologico. Simili modifiche comportarono anche, come conseguenza, un cambiamento nel ruolo della donna, non più protagonista nell’atto del partorire ma necessitante della guida medicale maschile. Nella medesima epoca, vennero inoltre introdotti i primi forcipi (di cui anche sono conservati esemplari in Museo, al primo piano, vetrina 5) e altri strumenti per indurre il parto artificialmente.
La sedia della collezione Mangini è di produzione italiana, databile secondo l’inventario cartaceo al XVI secolo; la seggetta venne donato a Emilio Carlo Mangini da una sua collaboratrice, Lucia Battocchio, prima conservatrice del Museo. Lo scorso anno, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2023, tenutesi il 23 e 24 settembre, l’oggetto è stato protagonista delle visite guidate tenutesi al piano seminterrato della Casa Museo, assieme ad altri manufatti afferenti alla tematica scelta per il 2023: Aspetti di vita nella casa di un tempo.
Stefano Balbiani, storico dell’arte (Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici), da scheda catalografica di Valentina Gamberi, antropologa PhD, 2022
Recent Comments