In occasione del Natale, il Museo Mangini Bonomi vuole condividere con tutti un eterogeneo florilegio di oggetti delle proprie ricche collezioni, a tema con le festività imminenti, spaziando in varie categorie.
Questi beni sono stati pubblicati, a partire dal 1° dicembre, sui profili Instagram e Facebook del Museo, in un calendario dell’Avvento virtuale; tradizione, quest’ultima dell’Adventskalender, che ha avuto origine nei paesi germanofoni di religione luterana tra XIX e XX secolo e che, successivamente, ha preso piede nel resto d’Europa e negli Stati Uniti.Il nostro viaggio inizia al I piano. Nella sala A, la vetrina 4 è interamente dedicata ai giochi e alle attività ricreative del tempo libero: segnaliamo il Gioco del Lotto del Delfino (inv. 2431). Questo gioco da tavolo nacque in Francia alla fine del ‘700: secondo la tradizione, le regole furono cambiate da Luigi XVI per far divertire il figlio, il delfino Luigi XVII; è però probabile che la paternità sia da attribuire al mobiliere François Vaugeois. In voga a Versailles, presso la corte di Maria Antonietta e, più in generale, nei circoli dell’aristocrazia, mostra notevoli affinità con un altro gioco da tavolo che ebbe origine nel XVIII secolo a Napoli: la tombola, svago oggi spesso praticato alla fine dei pranzi di Natale. L’esemplare custodito in Museo è realizzato in legno di noce, le pedine a forma di delfino e di mongolfiera sono in osso.Spostandoci nella sala B, nelle vetrine 19 e 20 sono conservati numerosi strumenti musicali. La musica è, da sempre, legata al periodo delle festività: pensiamo alle carole natalizie o ai canti della tradizione, come “Adeste fideles”, “O Tannenbaum”, “Tu scendi dalle stelle”. Nella collezione Mangini possiamo osservare una sonagliera cromatica (inv. 483) ottocentesca di produzione viterbese: con un bel manico in legno tornito, essa è formata da ventiquattro campanelle in bronzo montate su di un supporto in ferro, con un’estensione di due ottave.Nella teca attigua (numero 1), tra calzature, vestiti e costumi d’epoca, troviamo anche un paio di pattini da ghiaccio (inv. 2756), in ferro, di manifattura francese dell’800. È noto come il pattinaggio su ghiaccio sia una delle attività ricreative maggiormente praticate da grandi e piccini nella stagione invernale; esso ha, inoltre, colpito la fantasia degli artisti, come dimostrano le manifestazioni pittoriche e musicali in materia. Menzioniamo, per esempio, l’olio su tavola del 1566 di Pieter Bruegel il Vecchio Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli (Bruxelles, Musées royaux des Beaux-Arts); l’arguta tela di fine ‘700 Il reverendo pattinatore di Henry Raeburn (Edimburgo, Scottish National Gallery); il melodioso valzer Les Patineurs op. 183 di Émile Waldteufel (1882).Proseguendo la nostra visita negli spazi della dimora, nel Salone al II piano è possibile contemplare, tra mobili e oggetti di pregio, un dipinto del 1650 circa raffigurante la patrona dei Vigili del Fuoco, Santa Barbara (inv. 1556/B), la cui ricorrenza cade il 4 dicembre. La tela è attribuita all’artista lombardo tardobarocco Giuseppe Stefano Doneda, detto “Il Montalto”; in essa, la martire indossa un elaborato copricapo di foggia orientale, preziosi orecchini e un manto verde.
Terminiamo il tour virtuale al III piano, in uno degli ambienti per eccellenza delle festività, la Sala da pranzo. Qui campeggiano due imponenti armadi da dispensa (invv. 1813 e 1816) provenzali, uno in castagno e l’altro in noce, entrambi finemente intagliati, con due ante a vetrina e, al loro interno, piatti in porcellana floreale, posate, bicchieri, cristallerie e servizi da tavola, tutto il necessario per accogliere con eleganza e generosità gli amici ai convivi natalizi. Accanto alla madia vediamo, infine, un aggraziato braciere (inv. 2725) spagnolo settecentesco in terracotta smaltata bianca, blu e verde, montato su quattro rotelle per essere agilmente spostato: l’ideale per alleviare, con un gradevole tepore, i rigori invernali.
Stefano Balbiani, storico dell’arte (Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici)
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