Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: la data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale dell’ONU adottò, nel 1989, la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata in Italia nel 1991. Questo giorno coincide anche con quella dell’approvazione della Dichiarazione dei Diritti del Bambino del 1959. Questa giornata serve a ricordare l’impegno assolutoe di garantire a tutti i bambini, indipendentemente dalle loro origini e dal contesto, l’opportunità di crescere, difendere i loro diritti e la loro dignità.
All’interno delle vaste collezioni del Museo Mangini Bonomi sono conservati moltissimi oggetti riguardanti l’infanzia e il mondo del bambino. Questo patrimonio ci trasmette – ancora oggi – ricordi, valori e identità, essendo una profonda testimonianza della cultura e della tradizione che ci fa tornare piccoli e ci ammonisce di ricordare che bisogna garantire agli adulti del futuro un mondo migliore.
Su questo tema proponiamo un breve itinerario tra le nostre sale, che i visitatori potranno percorrere anche senza guida, scoprendo da soli alcuni oggetti grazie a queste nostre semplici indicazioni.
Piano sotterraneo
Scendendo al piano sotterraneo, nella sala 1 troviamo, lungo la parete di sinistra, una serie di oggetti che ricostruiscono l’evoluzione dei dispositivi utilizzati nel corso dei secoli da e per i bambini: da attrezzi rigidi e rudimentali a strumenti più ergonomici e sicuri.
Partendo da sinistra troviamo, esposti appesi a parete, un seggiolone in legno laccato di verde con un sedile impagliato del XVIII secolo (inv. 921) e un seggiolone girevole in ferro del XIX secolo (inv. 717). Questi sono affiancati da tre girelli in legno, databili fra Sei e Ottocento (invv. 732, 733, 734), usati dai bimbi per imparare a muovere i primi passi e spostarsi da un luogo all’altro in posizione seduta, o eretta ma sostenuta, spingendosi con i piedini grazie anche, almeno in un caso, alle rotelle della struttura.
Accanto a questi, è presente un bel seggiolone ligneo (inv. 735), prodotto in Toscana nel Seicento, caratterizzato da forme sagomate che richiamano un piccolo trono reale.
Al di sopra di questi, sempre a parete, sono esposte due culle in legno intagliato: molto particolare e ricca di decorazioni quella prodotta in Valsesia nel XVIII (inv. 2059), più semplice quella realizzata in Alto Adige, di fine Ottocento (inv. 2805).
Nella stessa sala sono esposti a terra un calessino da bambino in legno, con quattro ruote su molle di ferro, di ambito francese dell’XIX secolo (inv. 2757) e una carrozzina in legno verniciato di verde scuro, ruote e sospensioni in ferro e con l’interno rivestito in morbido velluto verde, per accogliere i piccoli durante le brevi passeggiate (inv. 2806).
Dietro a questi ultimi oggetti, troviamo due attrezzi per i bimbi più grandi, che iniziano a voler correre e scoprire il mondo: un triciclo ottocentesco in ferro con ruote in legno (inv. 1999) e un piccolo monopattino in legno a due ruote (inv, 2906).
Primo piano
Salendo al primo piano, nella sala B, nella vetrina 5 (secondo ripiano a sinistra, dall’alto), troviamo – tra i dispositivi medico sanitari – dei particolari esemplari di biberon settecenteschi in vetro soffiato (invv. 2645, 3521 e 3542) e uno in peltro (inv. 2224). L’allattamento dei bimbi per mezzo di ausili si attesta già nell’antichità con testimonianze archeologiche di biberon in terracotta. Fino all’inizio dell’Ottocento, soprattutto nell’Europa settentrionale dove il clima freddo consentiva una maggiore conservazione del latte, la maggior parte dei recipienti per l’alimentazione dei neonati erano in terracotta, membrane animali e corni, il che comunque rendeva la pratica dell’allattamento artificiale spesso antigenica. Nel corso del XIX secolo, con la diffusione e l’uso di materiali il più possibile asettici e sterilizzati, furono brevettati e prodotti industrialmente i primi biberon in vetro. Di particolare rilevanza, quindi, i biberon settecenteschi del Museo Mangini, fra i quali si contraddistingue per la sua ricercatezza il biberon (inv. 3543): realizzato in vetro soffiato, dalla forma sinuosa e allungata e con decorazioni policrome nel collo, molto probabilmente commissionato per una famiglia nobile o abbiente.
Nello stesso ripiano sono presenti altri strumenti per l’allattamento, risalenti dal XVIII secolo, periodo in cui si svilupparono tecniche, strumentazioni e teorie scientifiche legate all’allattamento non direttamente al seno, per garantire una migliore salute alla madre e al neonato. Tra questi oggetti troviamo una pompetta in vetro per aspirare il latte (inv. 908); un tiralatte (inv. 3521), caratterizzato da un’ampolla che raccoglie il latte, a sua volta incanalato da una ventosa metallica; e un paraseno (inv. 3162), utilizzato per proteggere le vesti della madre o della balia da latte (figura tipica tra le classi abbienti dell’Ancient Regime).
Infine, nella stessa sala, nella vetrina 19 (primo ripiano a destra dall’alto), sono presenti tre preziosi pendenti in argento con sonagli, che venivano usati per il divertimento, la curiosità, ma anche il rilassamento dei piccoli neonati attraverso il suono e il movimento di questi strumenti. I pendagli del nostro Museo, databili al Settecento, presentano forme di divinità marine e/o sirene, rette da catenelle e incorporati con fischietti, campanelle, batacchi e altri accessori sonori a forma di bubboli (invv. 2363 e 2364). Rilevante è il sonaglio (inv. 2365), con manico in avorio – probabilmente aggiunto successivamente – e un fischietto all’estremità opposta, con otto campanelli. È importante che in questo esemplare sia inciso il punzone dell’orafo francese Antoine Philippe Garbe, attivo a Parigi tra il 1748 e il 1787.
Tra le sale del Museo Mangini Bonomi sono esposti anche diversi giochi e giocattoli per bambini, che vi faremo scoprire prossimamente in un altro itinerario.
La Direzione.
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